LA PROVINCIA DI TRIESTE esitò fra Cattaro, Sebenico e un porto istriano. Pola, più vicina all’ interno che i porti dalmati e meglio difesa dalla natura di tutti i porti istriani, ha avuto il grave onore di essere preferita. Oggi è la città occupata, governata manu militari. Tutti i porti di guerra necessariamente alterano il carattere delle città in cui si insediano. Ma a Pola la deformazione ha qualche cosa di assurdo. Una città armata di conquistatori stranieri si è insediata sopra una città italiana; le ha toltola vista del golfo da cui prendeva luce con una cortina di edifici militari e burocratici ; la ha internata in fondo alla nuova fortezza a cui per ironia ha lasciato il nome della prigioniera. Oramai sui 56.000 abitanti che le statistiche assegnano a Pola, tolti i soldati di mare e di terra, gli impiegati degli uffici, gli addetti agli arsenali ed al porto, e le famiglie di tutta questa gente, i cittadini liberi sono appena 12.000. Chi arriva a Pola ha l’impressione di essere entrato in una caserma austriaca; e caserma di milizie austriache non significa soltanto di milizie straniere a noi Italiani, ma una varietà umana diversa da tutta l’umanità con cui possiamo avere rapporti: in tutto il mondo non c’è che la caserma tedesca che somigli a questo inverosimile mondo della caserma dell’Austria. Perchè il militare austriaco è una creatura anormale, una creazione di stato in cui il primitivo elemento umano è deformato stranamente. Questi ufficiali, che sono dovunque, che non ci lasciano libero nè un marciapiede nella strada nè un posto al caffè, infascettati nelle uniformi che agguagliano le loro linee fisiche, sono tutti, fin nel nocciolo dell’anima, creature di casta. Li hanno presi ragazzi e li hanno rinchiusi in una specie di convento armato in cui la visione del mondo è sostituita da un regolamento e da alcuni pregiudizi. La sostanza umana è stata in essi modificata in modo - 75 —