— 139 — Lo stesso concetto ripete G. Nicotera in una lettera a IBertani, riportata dalla Mario (op. cit., pag. 140), nella quale dà indicazioni precise e circostanziate dei movimenti di volontari e di truppa regolare che si compirono in Toscana, dell’aiuto continuo che Ricasoli forniva, ponendo in contrasto la decisione del Barone di favorire qualunque movimento, con l’incerte istruzioni che pervenivano dal governo di Torino. Se, oltre il materiale degli altri volumi di Lettere e Documenti, quello da me raccolto nel presente studio offrirà la matematica riprova che il giudizio della Mario ne’ confronti del Ricasoli corrisponde alla realtà, non così potrà dirsi della critica eccessiva, precostituita che la informa allorché parla del Cavour, nei confronti di Mazzini e di Garibaldi. Il voler dimenticare le difficoltà immense che in quel momento fatidico si pararon davanti al dirigente la politica del Piemonte e dell’Italia, il giudicarlo con criteri soggettivi, astraendo cioè dalla sua posizione diplomatica, costituisce quel preconcetto aprioristico che fortunatamente il trascorrer degli anni, il calmarsi delle fazioni politiche, la verità promanata dai documenti venuti giornalmente in luce, han mostrato assolutamente ingiusto ed errato. La posizione del primo ministro d’un regno di undici milioni, appena costituito a dispetto della volontà di quasi tutte le nazioni, non può giudi-