— 306 — Sulla spedizione garibaldina, anche se Garibaldi, posto termine all’epica sua impresa, e consegnati dopo i plebisciti del 21 ottobre i popoli dell’ Italia meridionale al Re eletto, aveva fatto ritorno, novello Cincinnato e migliore, alla sua Caprera, noi intratterremo i lettori, tanto più che poco nota o dimenticata rimase, mentre ha per noi il merito peculiare di provare che garibaldini erano i metodi adottati dagli uomini della Società Nazionale operanti in Toscana. Tra le carte ufficiali che si conservavano nella Prefettura di Siena poco si è potuto trovare in proposito : anzi la cortesia del Direttore di quel R. Archivio di Stato, cav. dott. Cecchini — a cui rinnovo il ringraziamento — mi ha accertato che quanto riguarda il Maggiore Giuseppe Baldini, patriota toscano della vigilia, è tanto magro da far nascere il sospetto che i documenti che lo riguardavano non siano andati distrutti; ipotesi che il Direttore ritiene la più probabile, perchè i rapporti del Prefetto di Siena per il 1859-60 sono pochissimi, e i pochi fascicoli rimasti portano il segno di bruciature. Questa congettura supera la probabilità per cangiarsi in quasi certezza quando si pensi che segnatamente nel 1860 il Ricasoli, avendo agito, come proverò, troppo rivoluzionariamente, e non fidandosi degl’ impiegati « che sótto una ragione vigliacca o sotto un’altra perfida ci tradiscono »•