— 24 — Hi * * Quanti cercarono o per abitudine d’esaltare, o per poca cognizione de’ fatti, di noverare il Ricasoli tra i pochi i quali, subito dopo l’occupazione austriaca, compresero esser divenuta incompatibile colla Toscana la dinastia lorenese e si apparecchiarono a prepararne la caduta, resero un cattivo servizio alla verità storica \ 1 Confr. V. I. pref. pag. VII e lo stesso pensiero ripetuto dal Tabarrini nella commemorazione di U. Peruzzi (Nuova Antologia, 16 Sett. 1891, voi. XXXV), ove narra che resa impossibile la federazione, il concetto unitario prevalse, e all’unità repubblicana si sostituì la monarchica del Cavour. Aggiunge che incominciato quel gran lavorìo di preparazione sotto 1’ impulso della Società Nazionale, in Toscana il Peruzzi fu uno dei più attivi, tanto che caduto il governo granducale, l’opinione popolare lo portò al triunvirato provvisorio. Il che contrasta nettamente colla verità e colla lettera dal Peruzzi diretta al Baldasseroni il 26 aprile 1859, ove raccomanda l’alleanza al Piemonte se si vuol salvare la dinastia, e con quanto lo stesso Tabarrini ebbe a scrivere nel libro di ricordi personali sugli avvenimenti del giorno dal 28 marzo 1859 al 2 marzo 1860. Quei ricordi, interessantissimi, egli scrisse spettatore e non altro dei fatti del 1859, per fare il cronista, senza passione e senza impegno. E tale fu, perchè legato al principe — sicché qualifica il rivolgimento del XXVII Aprile prossima rovina, e triste la giornata per la povera Toscana — in tanto il 28 Aprile chiamato dal Peruzzi presta l’opera propria, in quanto è assicurato che a preparare un manifesto non si sarebbero adoperate parole non convenienti verso il fuggito sovrano, in ciò confortato dal Peruzzi e dal Giorgini.