— .39 — che il Bianchi a pag. 77 e seg. del suo lavoro mostra inconfutabilmente leali verso la casa granducale, desiderata alleata, piuttosto che voluta espulsa : ora a persona timida come lui ogni differimento è accetto, iperchè azione differita è preferibile ad azione decisa. Ma compiuta la rivoluzione, alle ore 2 pom. del 27 Aprile scrive a Ricasoli: «la nuova della fuga del granduca e della sua famiglia ci ha cresciuta la sodisfazione ». * * * IUna seconda critica debbo per la verità e anche per ragione di sangue portare a quanto nel secondo lavoro la Dona afferma. Il Poggi, entrato nuovo alla vita politica — com’egli dichiara — nel linisteró1, non fu l’autonomista che essa ci de-crive, ma l’uomo senza preconcetti, magari con qualche scrupolo eccessivo di forma più che di sostanza, che esaminava ogni questione, e il primo e tra i più solleciti nel divenire unitario, trascinando nella sua concezione il Ridolfi. Un testimone autorevolissimo l’ho in Francesco Crispi, che questo affermò commemorandolo in Senato2. Ed anche 1 Memorie, p. 51. 2 Atti parlamentari, Senato dèi Regno, XI tornata del 17 Febbraio 1890, p. 129: « Crispi (Presidente del Consiglio, Ministro dell’ Interno). — « Il Governo si associa alle lodi meritatamente tributate al se-