— 166 — presa ho osservato, che nel tempo della mia assenza si era qualche poco progredito, perchè vidi un trecento della Guardia Nazionale monturati, ed anche qualche (poco istruiti; ho osservato, che con molta attività si attende ai lavori di fortificazione destinati dal Governo, ed ho trovato molto aumentato lo spirito della truppa, che spera di potersi presto misurare colla pontificia. Ho trovato anche non poco aumentato il numero degli emigrati per le sevizie del Governo Papale, e particolarmente molti d’Urbino, ove mi dicono, che le vessazioni della Polizia sono spinte all’eccesso. Arriva sempre qualche disertore, specialmente dei così detti papalini. Per quanto ho inteso, evvi nelle Marche qualche scissura fra le persone ben disposte, perchè la gioventù rimasta va venendo via per sottrarsi alle vessazioni di quel Governo, mentre altri desidererebbero che pazientasse, e restasse per essere colà utile in caso di guerra. Mi si assicura ancora, come già altra volta ho fatto palese all’ E. V., che tutta la truppa indigena papale nel caso di guerra non si batterà, anzi diserterà in massa, eccettuati i Carabinieri, ed alcune compagnie di volontari distinti col soprannome di Barbacani, i quali a preferenza di tutti gli altri soldati esercitano impunemente tutti i soprusi a danno delle popolazioni. Ieri circa le ore 4 1/2 pom. arrivò qui il Farini proveniente da Ravenna per la via di Cervia e Cesenatico. La Magistratura, tutte le Autorità Civili andarono ad incontrarlo circa 10 miglia di distanza; la Guardia Nazionale, i due Reggimenti della Brigata Modena qui stanziati, l’artiglieria colle due batterie, i due squadroni Lancieri furono schierati lungo la strada a un