— 282 — ad una misura da prendersi, ma di lode ad una misura già presa, e comprende così una dimostrazione nazionale mi parrebbe bello che potesse farsi pervenire in via regolare. Ella mi accennerà, piacendole, qualche cosa in proposito. Per via straordinaria e pressante mi è stata rimessa l’acclusa lettera per Gualterio, che preferisco di inviare a Lei, non sapendo precisamente ove egli si trovi: la notizia qua pervenuta che le truppe papali che minacciavano Orvieto si siano ritirate, credo che avrà fatto perdere d’assai alla premura con cui si chiedeva fosse la lettera stessa recapitata al destino, per quanto almeno ho potuto rilevare da chi me la spingeva a quello scopo; essa viene dallo Stato Romano. Mi conservi la sua benevolenza e mi creda sempre Suo devotissimo Antonio Ricci. * * * Da tutti coloro che ebber parte negli avvenimenti mirabili dell’epoca che si chiuse coi plebisciti dell’ Italia meridionale, abbiamo sempre sentito parlare dei gravi dissidi sorti tra il partito d’azione e il Conte di Cavour, e, segnatamente dai seguaci di questo, dei pericoli che si erano affacciati per l’irruenza dei garibaldini e dei mazziniani. 0 io m’inganno, o questi dissidi, questi pericoli, mi sembrano men gravi dell’ asserito, e su-