— 105 — il suo buon senso seguiva e confortava i patrioti di qualunque tendenza, la vita riflessa della diplomazia napoleonica era quella che segnava la direttiva. Ben diversamente agivano in Toscana i nostri uomini, indicando la via alle Rpmagne e all’ Emilia, ed è utile riportare questi articoli de La Nazione, i quali costituiscono merito preclaro per gli scrittori. Articolo di fondo de La Nazione, 2 agosto 1859: Il Protettorato di S. M. il Re Vittorio Emanuele è cessato; la Consulta ne ebbe ieri la dichiarazione ufficiale. Al Governo che in nome di lui reggeva le sorti della Toscana succede un Governo affatto indi-pendente. Bene intendiamo come, cessata la guerra, dovessero aver fine i poteri straordinari che il Re aveva assunto per invito dei Popoli nelle provincie dell’ Italia Centrale, affinchè esse potessero concorrere con unità di direzione allo scopo che tutte le animava e che fu causa dei rivolgimenti che in queste si consumarono. Comprendiamo altresì come al Governo Piemontese poco convenisse conservare il suo rappresentante che aveva in mano la somma dei poteri, mentre il paese sta per decidere de’ propri destini e si prepara a volgersi di nuovo e solennemente al Re e a reclamarne la sovranità nazionale. Non per questo scema in noi il rammarico che ci produce il provvedimento; a confortarci però vale la parola del Re, il quale promise di farsi patrocinatore dei voti della Toscana nei congressi Eu-