— 376 — Drouin de Lhuys sconfessò qualunque accordo in proposito. Scrive poi il Pantaleoni: La convenzione di settembre nacque sotto sventurata costellazione, e uno dei migliori diplomatici italiani accettò di difendere il territorio papale senza distinzione della frontiera terrestre e di quella marittima, il che fu grave errore; il generoso patriottismo di molli volontari e la poca lealtà e preveggenza del Rattazzi condussero ai tristi fatti di Mentana e al ritorno dell’occupazione francese. Niuno rende più di me giustizia al patriottismo e all’onestà del Rattazzi, ma non mi perito d’affermare che, come uomo di Stato e nel senso politico, fu uno de’ più maldestri e de’ più sventurati ministri. Sulla sua riputazione caddero accuse molto fondate d’aver aiutato gl’ impronti fatti di Sarnico e di Sapri e di non aver saputo a tempo prevenire i moti di Genova. Venne poi il milione dato ad una sognata spedizione di Garibaldi in Grecia che finì ad Aspromonte e poi il riverbero della circolare diplomatica di cui sopra ho detto. Conferma N. Bianchi (op. cit., voi. Vili, pagg. 415 e seg.) che le istruzioni che il Cavour dette ai suoi due negoziatori, Pantaleoni e Pas-saglia, partivano dal preconcetto che il popolo italiano era profondamente cattolico e tale si era mantenuto non ostante il dissidio e l’odio per il potere temporale; che l’applicazione del principio