— 90 — Ricasoli presidente e di tutti i suoi colleghi per l’azione decisa, continua, sagace, che spiegarono nel rifiutare categoricamente ogni proposta di restaurazione e nell escogitare ogni mezzo atto a manifestare la volontà del ipopolo d’unir le sorti della regione al regno di Sardegna 1. Già il programma suo il Ricasoli aveva sinteticamente delineato colla circolare indirizzata ai Prefetti il 12 maggio, allorché assunse il potere, nella quale dimostrava che il cessato regime granducale non era un governo, perchè non secondava le forze morali del paese : « il governo nazionale — dice — rialzerà prima di tutto il sentimento morale. Non v’ è saldezza di governo ove negli uffici non sia il cittadino governato dalla coscienza e miri soltanto al suo proprio privato vantaggio ed ove le azioni non siano guidate dalla giustizia delle leggi e de’ governanti! In questa guisa potranno rifiorire le scienze, le lettere e le arti; su questa base l’industria sarà feconda perchè proba, e il lavoro sarà produttivo perchè non dissipatore ; con questa norma le pubbliche amministrazioni procederanno con modo equabile e regolare non scompagnato da quella rapidità nel disbrigo degli affari che gli amministrati hanno sempre il diritto di 1 Non esatta sembrami l’affermazione del Gotti (Vita, p. 283) che 1’ idea d’annessione al Piemonte fosse suggerita dal Ricasoli al popolo. Senza passare a discuterne la priorità, si può affermare tutt’al più che fu contemporanea.