— 62 — di Parma, dall’ ira popolare, in un tumulto, posto a morte; a nessun altro fu torto un capello. Gli assembramenti numerosissimi, le dimostrazioni frequenti tutti a base di Viva, quasi mai di Morte, salvo agli austriaci, il che era troppo logico, dal momento che se ne stava uccidendo nelle battaglie; la proprietà salvaguardata, le leggi rispettate in quanto seguivano o non contrastavano le idee nuove italiche, la religione coltivata tanto che le dimostrazioni nella massima parte finivano o incominciavano in Chiesa. Questa meravigliosa solidarietà di popolo destò universali simpatie, e produsse anche ned Ri-casoli l’intima convinzione che a mantener l’ordine era necessaria la rivoluzione. Si vide così attuata la definizione che il Salvagnoli nel discorso Sullo stato politico della Toscana avea genialmente creata e che richiama la classica di Cicerone : Stato non è moltitudine che serve e Governo che comanda, ma moltitudine che gode di tutti i beni della vita civile, e Governo che assicura quel godimento e impedisce che cessi1 • Altro contributo recò alla concordia e all’ordine l’intima collaborazione tra governo e diri- 1 Est enim respublica res populi; populus autem non omnis coetus moltitudinis quoque modo congregatus, sed coetus homi-num juris consensu et utilitate communionis sociatus.