— 99 — disposizioni, che trovarono il pieno consenso dei ministri della Toscana, furono invece avversate fortemente nel gennaio 1860 a Torino, com’ io ebbi a provare con due lettere di Garibaldi e di Medici pubblicate nel mio libro V. Malenchini (pagg. 116-117), e pure in Lombardia la sottoscrizione pel milione di fucili venne avversata dal Governatore M. D’Azeglio, sicché più tardi Cavour scrisse a Ni-gra (Carteggio, III, Lett. 563): J’ai réussi à donner à la fameuse souscription de Garibaldi ipour les fusils une application raisonnable et non subversive, en le faisant servir pour la Garde Nationale de Lombardie. Relativamente poi al Cipriani è importantissimo il giudizio che ne avrebbe dato Re Vittorio, magnifico conoscitore d’uomini, a seconda di quanto riferisce il Massari nel suo Diario, e del pari interessante la ragione che Michelangiolo Castelli trova dell’antipatia insanabile tra Farini e Garibaldi. Scrive il Massari: 5 Agosto. Il Re si burla della nomina di Leonetto Cipriani a Bologna. Crede sia un errore e un pasticcio. Egli ritiene che Leonetto, Farini e Montanelli lavorino per il principe Napoleone. Di Montanelli lo ■credo, di Leonetto lo temo, di Farini non posso ammetterlo. Massimo d’Azeglio si loda molto dell’affetto dei bolognesi, del contegno e dello spirito pubblico in Romagna. Ride di Leonetto e del dittatore Farini, cen-