— 103 — nemmeno il nome di Piemonte e di Toscana. Digny ha parlato schietto a Hudson. 3 Luglio. Lambruschini fa una tetra pittura a Digny delle condizioni anarchiche della Toscana e accusa Salvagnoli e Ricasoli di farsi guidar dalla piazza. 12 Luglio. Il marchese di Laiatico mi dice che prima si era opposto all’unione, oggi ravvisa in essa la sola salute. 24 Luglio. Minghetti, che fe sempre agli affari esteri, ci parla deir abdicazione di Leopoldo II e che il figlio promette costituzione e bandiera tricolore. Min-ghetti e Poerio sono d’avviso che i toscani debbano accettarlo; io dico di no. Anche Rattazzi crede che i toscani debbano accettare il nuovo granduca. Dico a Nigra esser gran fortuna che Cavour si sia salvato: in quel grand’uomo è l’avvenire del partito nazionale. Nel gruppo di lettere pubblicato da Armando Sapori Dalla Rivoluzione del XXVII Aprile all’annessione indirizzate al Barone Ricasoli, Vincenzo Ricasoli, che fu patriota elettissimo e spiegò sempre l’opera sua per l’Italia, mostra di esser assoluta-mente informato alla mentalità piemontese, per la quale scrisse, a nome di Lamarmora, al Fratello che occorreva accettare il ritorno dei Lorena, avendone risposta che la lettera egli aveva ridotto in minutissimi pezzi. E permane anche in seguito la sua sfiducia non soltanto contro Mazzini, che vorrebbe senz’altro arrestato, ma contro Garibaldi, proget-