— 428 — Alla quale il Ricasoli risponde con una riservata del 28, in cui spiega che .... le difficoltà interne ed esterne da vincere, se pur gravi, non son tali da rendere il cammino nostro oscurato 1 ; che ve ne sono delle artificiali frutto soltanto della malvagità e della nequizia e stoltezza di alcuna gente, per la quale la patria non esiste che in quanto ipuò dar luogo a sodisfazioni d’interessi personali. Di queste egli si preoccupa con tanto più cuore, che ha dovuto accorgersi che il solo amico vero e disinteressato che abbia Vittorio Emanuele è Bettino Ricasoli. Vittorio Emanuele soltanto poter disperdere queste difficoltà e render pace a se stesso d’un soffio della sua anima onesta e italiana. In quanto a me, aggiunge, aspetto che il Re si degni di rendermi libertà, pace e riposo. 1 Scrive il Nisco (Storia civile del Regno d’ Italia, Napoli, Voi. V) che al 1860 su 1848 comuni del Napoletano 1621 mancavano di strade e quasi tutti di fontane, di ferrovie eravi un piccolo embrione dj 118 chilometri. Nel lungo tratto che divide l’Abruzzo dalla Capitanata vi erano i così detti tratturi, unica comunicazione per la quale tutti gli anni i pastori facevano la trasmigrazione dei loro armenti. Dalla Capitanata mancava ogni comunicazione colla vicina provincia di Benevento. Il Ricasoli, richiestone dalla Camera, con severa parola chiariva le ragioni delle sue dimissioni e ritiravasi dopo aver retto il governo dello stato nel periodo più difficile del suo rinascimento ad unità di nazione. Questo periodo del Gabinetto Ricasoli, non pregia10 abbastanza dai contemporanei e poco studiato dai suoi amicit ha il vanto di aver dato coesione indissolubile alle parti che compongono la nuova Italia.