— 427 — tuttavia una lettera del Re in data 27 febbraio gli fa conoscere che Egli non approvava la sua politica. Il Re aveva pur aiutato del suo consiglio il Ri-ca&oli allorché s’era dimesso il Minghetti da ministro ed alla ricerca d’un successore attiene la lettera reale inedita di cui diamo il fac simile : c. Caro Amico e Cugino, Ho fatto il mio possibile presso Cassinis ma fu inutile. Ora parmi che converrebbe interrogare Farmi, esso a parer mio sarebbe meglio degli altri proposti. Faccia il piacere di rispondermi al più presto quale è il suo parere. Di tutto cuore il suo affezionatissimo Vittorio Emanuele. Più tardi il Re, anche per le pressioni di Parigi, scrisse a Ricasoli (pag. 408): Mi pare che le difficoltà vadano crescendo, e che tutto non è piano. Vorrei avere il fegato come lo possiede Lei, caro Barone, ma Dio non mi diede quella prerogativa, di modo che le passioni umane non mi divertono. Le auguro di essere illuminato più di me, e con ciò Vittorio Emanuele stringe la mano a Bettino Ricasoli da buono e vero amico.