— 336 — posizione politica solo poteva fornirgli. La finalità da raggiungere gli fa quasi sdoppiare la sua personalità di patriota da quella di funzionario, sicché acquistano valore di mediocre difesa burocratica le lettere che dirige il 16 novembre a Silvestrelli e il 28 successivo al Cavour e delle quali riporto i seguenti periodi. Al Silvestrelli scrive (pag. 306): Sono assicurato che in Toscana non si fanno organizzazioni di volontari col fine d’invadere la provincia Viterbese. In Toscana vanno uscendo ed entrando emigrati di quei paesi secondo avvenga arrivo o ritiro di francesi o di papalini. Non è questo un trastullo divertente, ma infine lo stimo una necessità delle cose. Com’io la penso Ella lo sa, nè io mi posso mutare.... Convengo pure che in Toscana non si debban permettere arruolamenti di volontari; anzi vorrei che neppure andassero volontari toscani nel viterbese, perchè meglio sarebbe che tutti quei popoli facessero con opera propria. Sarebbe più efficace l’effetto: tuttavia codesto Governo gli deve dirigere ed aiutare. Ed a Cavour: .... questo governo è fedele esecutore degli ordini provenienti dal Governo centrale, e mentre non cesserà mai dal desiderare che l’italico movimento non cessi, finché non sia compiuta la liberazione piena d’Italia, si guarda bene dal far atti che non siano dal governo consentiti.