— 229 — fiutò di’ imbarcarsi : voleva rimanere per apparecchiare una spedizione negli stati pontifici. Di qui il contrasto, reso più grave dall’ordine del giorno che egli indirizzò ai volontari consegnando la bandiera, nel quale studiatamente è tolta qualunque allusione a Vittorio Emanuele. Era un vero proclama repubblicano. Venne allora da Torino l’ordine tassativo di scioglierli, perchè — scrive Cavour (pag. 207) — non aveva creduto che i volontari si ordinassero con una bandiera diversa dalla nazionale, e quest’ordine fu ripetuto dal Principe di Carignano con lettera del 22 agosto (pag. 211) e col termine di tre giorni. Rimasero inutili i tentativi amichevoli fatti per mezzo di Dolfi e di P. Cironi : Nicotera rifiutò non solo di ceder le armi, ma di partir per Livorno onde imbarcarsi per la Sicilia. I volontari in massima parte erano bravi giovani che seguivan da bandiera di Garibaldi e della Società Nazionale, ma ve ne erano anche de’ tristi, e poteva facilmente provocarsi un can-flitto, che avrebbe avuto conseguenze morali e politiche gravissime. Pel tramite di Dolfi e di Cironi1 riuscì a Ricasoli di persuadere Nicotera a condurre i suoi in Sicilia; nell’esecuzione nacquero le difficoltà: il primo voleva partire col suo corpo riu- 1 Piero Cironi, di Prato (1819-65), fu patriota de’ primissimi, devoto fino all’ultimo a Mazzini, pur conciliando la sua devozione coll’unirsi completamente ai rivoluzionari della Società Nazionale. Il popolo di Prato obbediva ai suoi ordini.