— 293 — intendo di svolgerne tutte le conseguenze senza transazioni per un capello. Io non voglio il Re come un mito, alla maniera di Garibaldi, ma siccome la prima, anzi l’unica, rappresentanza reale ed effettiva in cui si concreti tutta la Nazione, come la prima anzi l’unica forza in cui si devono aggruppare e fondere tutte le forze nazionali. Stia pure il Garibaldi al fianco destro del Re, non m’ importa niente, ma il Re sia la sola veramente grande e primeggiante figura del nostro risorgimento. Le altre figure vi siano pure, e la Nazione crescerà di lustro, ma quale corredo e pienezza di questo nostro grande ri-volgimento. Il Garibaldi, non so se sia fortuna o disgrazia, non rappresenta alcun principio in cui possa consolidarsi la Nazione. Non il principio militare, perchè guai se un esercito si dovesse costituire di quegli elementi che stanno dietro al Garibaldi, non il principio d’ordinamento, perchè là dove passò il Garibaldi là surse una dolorosa anarchia; non il principio politico, perchè il Garibaldi non ha veramente nessun disegno o idea politica; non il principio morale, perchè il Governo viene da lui consegnato a gente senza abnegazione e senza generosità, che tiene il paese per proprio conto. Chieggo se sia su questi elementi che la Nazione possa svolgersi, consolidarsi, e farsi forte! Io ho il convincimento, che questi elementi faranno, se non sono a tempo paralizzati, la sua rovina. In questo senso scrissi ieri sera a S. E. Farini. Quanto ai volontari io deploro la circolare del Comitato Nazionale e mi ci devo opporre. In breve, se accettiamo che il comitato nazionale si assuma l’azione