— 59 — Perciò mi pare sia molto aver portato a questo punto la questione italiana1. 15 Aprile. - Cavour disse al Principe d’Auvergne: « D giorno in cui si ordinerà lo scioglimento del corpo dei volontari, una metà andrà a far la rivoluzione nelle Romagne, l’altra a pugnalare l’imperatore a Parigi ». Gli ho parlato franco e chiaro. Quanto a me, se i miei colleghi mi appoggiano, farò il mio dovere fino all’ ultimo, starò finché l’audacia non diventi temerità. Posso stampare il mio carteggio diplomatico e privato, e dimostrare che ho servito sempre e il meglio che ho potuto la causa italiana. « Io esco dal colloquio persuaso che la questione italiana è tutta nel Conte di Cavour: cadendo lui, tutto è perduto». Anche la Farina, in una sua lettera del 14 ottobre ’60 diretta a Sbarbaro (Epistolario suo, n. 688), conferma che il Conte di Cavour fu sempre favorevole al concetto unitario, ma non conoscendo nessun’altra provincia d’Italia all’ infuori del Piemonte, molto dubitava del volere degl’italiani. Di più ignorava compiletamente i lavori che 1 A quanto avrebbe riferito il Barone Blanc, uno dei segretari del Conte di Cavour, a Bulow (Memorie 1849-1897, pag. 659) il grande Ministro non avrebbe avuta, quando assunse il potere, la precisa intenzione di dar vita ad un’ Italia una, ma soltanto la liberazione dell’ Italia settentrionale dall’Austria : 1’ impazienza ardente di Garibaldi lo costrinse ad andare innanzi. Pare a me Preferibile la diversa testimonianza del Massari, che ebbe più intimità col Cavour e ne riferì nel Diario appena espressa l’opinione conversando.