— 42 — spada d’Italia, e a lui si debbono con fiducia rivolgere gl’italiani. I problemi che incombevano nel 1848 ai popoli d’Italia sono mirabilmente riassunti nel discorso che il Salvagnoli, relatore per l’indirizzo al granduca, ebbe a pronunziare il 19 luglio ’48 all’assemblea de’ deputati. «Noi siamo — egli dice — in uno di quei punti della vita d’un popolo dove è difficile, senza lunghi discorsi, definir bene qual è il suo posto, quale debba essere il tempo, la via, la guida per uscire dallo stato presente e avviarsi a quello migliore cui le nuove istituzioni lo conducono irresistibilmente ». «....L’Italia ha avuto tre necessità a fronte: tre necessità che nessun popolo, nessuna nazione ebbe mai riunite contemporaneamente, e che anco disgiunte e successive, non ebbe nè si urgenti nè sì decisive. La prima necessità è che ogni stato italiano debba rigenerarsi e ricostituirsi, passando dal reggimento assoluto al rappresentativo; balzando, direi, d’un salto dalla schiavitù ailla libertà. Seconda necessità è quella di dovere tutti gli stati italiani, nel tempo stesso di tanto rivolgimento interiore, imprendere, sostenere e compire la guerra, e qual guerra!, dell’indipendenza contro lo straniero : straniero che non aggredisce di fuori, ma inviscerato nel seno d’Italia è fortemente piantato nel nostro suolo, e Dio volesse che noi potessimo