— 142 — diversa e in alcun principio contrastante vien riconosciuto l’alto merito all’uomo di stato toscano per quanto ebbe ad operare. * * * Invece lo studio di Gildo Valeggia, Giuseppe Dolfi e la Democrazia in Firenze negli anni 1859-60, pubblicato nel 1913, ha il grave difetto di muovere dall’ idea preconcetta che tutto in Toscana fosse fatto dalla democrazia, la quale, specialmente in quell’epoca, non esisteva o aveva una forza minima, dopoché il programma della Società Nazionale si era spiegato, riunendo tutti gli unitari e anche gli antichi repubblicani. Del resto quello del Valeggia era il presupposto del blocco demo-Sociale fiorentino del 1909. Confrontisi quanto ne scrisse Ferdinando Martini il 20 aprile 1909 a Matilde Gioli-Bartolommei e che è riportato in Pègaso (anno II, pag. 299): Sono contento che le sia piaciuta l’epigrafe (ordinata dal Comune di Firenze in onore al Marchese F. Bartolommei). Il Sindaco (Sangiorgi) mi propose di modificarla una prima volta ; consentii si dicesse : « e amicatesi in concordia d’opere le energie popolari » ma nemmeno questo è bastato. Mi si è chiesto di sostituire Vamicatesi con altra parola che valga ad indicare la maggiore azione che ebbero i popolari nel mo-