— 178 — dall’aver finito di lottare. La sua energia mal si rassegna a quietarsi. Ho visto in fondo che il potere avea destato qualche allettamento nella sua anima austera. Gli duole di lasciare questa Toscana che ha rifatto tutta e che ora gli risponde come la tastiera d’un pianoforte accordato. Si è parlato delle difficoltà Tlella nuova fase in cui entra. Senz’adularlo, gli ho detto che lui solo poteva condurre a bene questo secondo stadio. Egli se ne è compiaciuto. Al sentire che il Salvagnoli mi aveva detto ormai, fatta l’annessione, il loro compito era finito, e ci volevano uomini nuovi, si è meravigliato e quasi ne ha mostrato dispiacere. Il Barone ha concluso che il miglior partito per lui era di tornarsene a Brolio. Ma rimase ancora al suo posto di combattimento, per fortuna d’Italia! Finalmente, a dare un’ idea dell’ immensa emozione che deve aver destata la prima riunione delle sparse membra della Penisola, serve il Diario Massari, che nota il 22 marzo. — Alle quattro sono in piazza della Signoria. Frenetici applausi, più splendidi dell’altra volta. Che commozione! La patria di Michelangelo è ora sotto Casa Savoia! Vado dal Barone: mi riceve benissimo, ha il Collare dell’Annunziata sul tavolo e dice: — Quando lo metterò? — Celestino Bianchi1 mi dice 1 Tra gli uomini che maggiormente operarono per 1’ Italia, ma la cui opera fu ingiustamente dimenticata primeggia Celestino