— 246 — doppio le raccomandazioni di star fermi, poiché son troppo esplicite le parole che ebbi il giorno 8 da Torino. Una cosa è evidente; cioè che quei signori sono irritati delle opposizioni trovate nel Governo e tentano rifarsi. M. Amari andò ieri in Sicilia per ottenere nuovi poteri da Garibaldi per Bertani onde potersi spingere. So però che di Garibaldi stesso già si lamentano fra loro e mi consta. Quindi o tenteranno con quest’ordine alla mano farsi forti della opinione per intentare V invasione, o faranno di tutto per far nascere moti interni per aver ragione di soccorrerli essi, ora e nel modo che piace a loro. L’ insistenze e l’ira sono evidenti. Io per me credo che l’azione di costoro dev’essere ad ogni modo evitata nello Stato Romano, perchè ivi sarebbero più nocivi che altrove, e un moto precoce e male ordinato non riuscirebbe che ad una sventura, e il soccorso loro al soccorso di Pisa. Quanto a me con gli avvisi avuti non posso che agire con tutta quell’energia che dà la convinzione. Non mi nascondo però che sarei in imbarazzo grave se i consigli fossero mutati. Ma siccome le ragioni scrittemi persistono e le condizioni non son mutate, non credo che possano esser mutati neppure i consigli. Vi sarò grato se mi diceste ancora se io devo persistere in questa via o se devo rallentare d’attività. Oramai il comitato Dolfì e M. Amari sono impegnati e impuntati. Se si deve ancora opporsi vi prego a guardare a Cetona e specialmente un certo sig. Caporali di quel luogo, e un tal Morrocchi (?) di Orvieto nonché a Chiusi il ? e tal Polidori di Orvieto. Queste sono ìp trafile.