— 264 — Eugenio di Savoia Carignano al Barone Ri-casoli. XXXVII. [Firenze, poco prima del 26 agosto 1860]. Caro Barone, Io non ho, come Lei sa benissimo, bastimenti da guerra a mia disposizione; ho creduto bene di fare subito un telegramma a Torino per averne al più presto uno; in quanto poi all’esecuzione d’impedire lo sbarco di questi Garibaldini essa deve essere affidata non al Governatore, ma a chi comanda la guarnigione di Livorno. Lei potrebbe fare chiamare a se il General Gian-notti informandolo del caso, affinchè dia subito le disposizioni in proposito; ecco quanto credo dovere osservarle. La saluto. Suo aff.mo cugino Eugenio di Savoia. XXXVIII. Siena, 26 Agosto 1860. Al Barone Ricasoli, La favorita sua d’ieri si è incrociata colla mia dello stesso giorno. Anche Dolfi ha scritto, scorrucciato pero, contromandando qualunque cosa per la spedizione negli stati romani. Meno male che ne accagiona il mancato soccorso di Bertani dietro ordini di Garibaldi. Si