— 535 — Parimente con esattezza matematica vien segnato il limite dello stadio rivoluzionario, al quale principalmente il riscatto è dovuto, nella impresa finita tragicamente ad Aspromonte. E sempre è congiunto all’ interesse della Patria l’interesse dell’ Umanità, per la quale coefficiente non disprezzabile, anzi preminente, sarà portato dalla civiltà italiana destinata a ripercuotere nel mondo gli esempi e gl’ insegnamenti di Roma. Questo giudizio sintetico dell’epoca e dell’operato risponde, ripeto, alla verità assoluta per la quale si tratteggiano i tempi passati e si differenziano dai nuovi; il periodo di riscossa e l’altro di acquisizione, gli uomini che distrussero per ricostruire e quelli che iniziarono la ricostruzione; in una parola il nascer del regno d’Italia dal suo svilupparsi e prendere il posto che gli competeva al sole. Fu quindi esatta la visione che mi spinse, senza ancora aver veduta quella lettera, che soltanto più tardi rinvenni, a terminare le mie ricerche con le impazienti e generose audacie finite ad Aspromonte. Ove effettivamente terminò il periodo rivoluzionario, preso nel vero senso della parola. Mentana fu nobile manifestazione d’ italianità, ma non portato diretto e vero della rivoluzione, perchè ad essa mancò il consenso dei principali rivoluzionari. Coloro che seguirono Garibaldi, pochi eccettuati, lo seguirono convinti