— 53 — zione si aggira sulla Società Nazionale. Mi dice: io non conosco quelli che la promuovono, ma la considero fatta a detrimento dei mazziniani, e quindi è tanto di guadagnato. Sono persuaso che quando sarà tirato il primo colpo di cannone tutte queste unificazioni od unità se ne andranno in fumo. Gli dice che a chi ne domanda, occorre dire che lui Cavour la preferisce a Mazzini. Carlo Matteucci 1 ammira l’ingegno del Cavour, ma ne trova troppo audace la politica. In questo giudizio subisce 1’ influenza dell’ambiente etrusco. Il Cavour mi ha detto più volte che la sua politica va fino all’orlo della temerarietà. 19 Dee. ’58. - Ubaldino Peruzzi, qui giunto con la magniloquente consorte 2 viene a trovarmi avanti di salire dal Ministro Cavour. Egli lè penetrato della gravità della situazione attuale, ma non spera niente dalla Toscana, dove non vi sono più partiti, e dove il solo uomo che potrebbe far qualche cosa è il March. Ridolfi, il quale per la sua avventatezza sarebbe pericoloso. Trova giusto ciò che disse il Salvagnoli: la Toscana cioè essere il paese dell’ indomani, e poi mi dice : mandatemi un dispaccio telegrafico, ed in meno di un soffio tutto 1 Carlo Matteucci (1811-1868) di Forlì venne chiamato a insegnare fìsica nel 1847 nell’ Università di Pisa, e subito si fe’ noto Per la scienza e il liberalismo. Deputato all’Assemblea toscana e senatore nel 1860 fu ministro dell’ Istruzione nel ministero Rattazzi del 1862. Sulla nota verbosità di Donna Emilia Peruzzi mi si consenta riportare l’epigrafe che per lei dettò, ancor vivente, un illustre letterato fiorentino: « Qui giace — e finalmente tace — la Donna più loquace — Requiescgt in pace ».