— 478 — Se occorre avvisarmi per telegrafo, ignorando dove andrò a stare, e pensando che sia colà ancora il nostro Sansone, mi pare che si può pigliare l’indirizzo di lui. Arrivato a Parigi io lo prevengo, quindi diriga a Sansone il telegramma invece che a me. Stia sano. Pensi naturalmente alle cose considerate insieme la mattina del mio arrivo costà. Suo affezionatissimo Ricasoli. P. S. — Avvisi Bonghi onde io possa sempre ricevere la Stampa, almeno finché si sa dove dirigerla. Intorno a quel movimento che mise per la prima volta in Italia i volontari contro il Governo del Re, e versò generosissimo sangue cittadino, assai fu scritto. Ma io ho il convincimento che nessuna storia veritiera in tutti i particolari, e assegnatrice delle varie responsabilità gravanti i diversi partiti, promani nella luce più evidente, disinteressata e tranquilla di quella che resulta per la corrispondenza intima passata tra il Barone Ricasoli e il Direttore d’uno de’ giornali politici allora più ascoltati in Italia e all’estero. Corrispondenza tanto intima che dà la prova non solo dei rapporti tra i due, ma dell’affettuosa deferenza che il secondo nutriva pel primo, se si astiene dal pubblicare quanto questi gli faceva conoscere, intervistato, per la possibilità di offuscare in qualunque modo la