— 92 — l’usanza, in allora manifestatasi, di procurarsi danaro per la guerra colle lotterie, da lui opportunamente proibite. «Una opinione traviata — dice — quella di far servire i giuochi pubblici a fini onesti e generosi, non ipuò impormi, ma debbo anzi combatterla. La guerra nazionale non deve oggi essere il pretesto più irrecusabile per autorizzare le tombole, nè deve servir di scusa a coonestare un abuso riprovevole. Sappiano tutti e lo rammentino che la guerra nazionale a cui ci siamo accinti, non vuole essere aiutata di giuochi e di spassi, ma di virili opere, frutto di quella costanza che non reputa sacrificio il privarsi di ogni bene, pure di conseguire quello della indipendenza». (V. Ili, pag. 79 e seg.). E la di lui ferma volontà di mantenere il contatto con gli elementi rivoluzionari, dei quali aveva già completamente valutata l’importanza, risulta anche da questa lettera diretta al Dott. Ricci : XI. Ministero dell’ Interno. Firenze, 31 Luglio 1859. Ill.mo Signore, In momenti difficili, coadiuvando col consiglio e col- 1 opera 1 autorità governativa di cotesta Città, Ella ha compiuto un atto di buon cittadino e bene meritato della Patria. Ora che riprendono la loro azione i po-