— 322 — Triste parte che io fui costretto a recitare, finché si è deboli. Non è possibile che Ella si figuri quanto essa è tristissima per me. I rimproveri di Lei sono un aggravio di tormento che io non merito, glielo dico col cuore, e che non posso sopportare con rassegnazione. Spero, sig. Barone, che vorrà compatire la mia confusione. Spero non vorrà togliermi la sua benevolenza. Suo dev.mo Luigi Silvestrelli. Ad A. Ricci: LXX. Firenze, li 25 Novembre 1860. Preg.mo sig. Dottore, Da questa Prefettura saranno inviate a cotesta Prefettura 120 buffetterie nere complete per l’uso noto e ne scriverò direttamente a cotesto sig. Prefetto. Scrivo pressantemente al sig. Silvestrelli perchè si sovvenga di danaro la lega dei Comuni. Quanto a codesto comitato per l’emigrazione, io farò l’esame al quale Ella mi richiama. Sono Suo Ricasoli.