— 107 — ogni riflessione che artificiosamente fu posta innanzi a rispetto del gran vantaggio politico che questo atto procurava alla Patria nostra, e ci parve che a crear l’Italia fosse leggier sacrificio perdere la personalità toscana. Ragioni di vario genere furono adottate per contrastare questo partito. Noi le combatteremo in seguito; adesso ci piace di guardare quest’atto solamente dal lato della politica nazionale. Adesso non si tratta di altro che di fonderci nella famiglia italiana cui apparteniamo per ferma volontà, non si tratta che di consegnare la nostra difesa ad un Re che sappia, come Vittorio Emanuele ha dimostrato sui campi di battaglia, esercitare questa tutela. Noi non cerchiamo di migliorare le nostre sorti rispetto al modo di amministrare la giustizia, il Comune» lo Stato. Noi cerchiamo solo di migliorare le nostre sorti facendoci forti all’esterno e all’ interno, proclamando al mondo che vogliamo essere italiani e come tali non vogliamo essere più divisi e sminuzzati, che infine vogliamo politicamente valere qualche cosa. Con quest’atto noi toscani diveniamo forti scegliendoci un Principe come è Vittorio Emanuele, dal quale siamo sicuri che saremo protetti finche avrà forza di farlo; come italiani rechiamo nuovo nucleo all’Italia. Togliamo così il mezzo alla diplomazia d’intrigare in favore di qualche nuovo principe straniero, ove avesse dimesso ogni speranza di riportarci la casa di Lorena. Proclamando il nostro diritto sovrano, ci salviamo da una vendita, come quella che condusse tra noi gli Ab-sburghesi. Con quest’atto infine dichiariamo che vogliamo essere italiani e non altro che italiani, e che giunti a quel momento che tante generazioni desidera-