— 480 — aver Roma tutti crediamo : se fosse lui al potere, Roma sarebbe nostra in pochi giorni». Il che prova che, ove il retroscena politico non avesse il Rica-&pli fatto ritirare, se pur le cose non avrebbero avuto resultato diverso, certamente il conflitto di Aspromonte sarebbe stato evitato, perchè Egli aveva in sè tanta autorità da arrestare, convincendolo, il Garibaldi in quell’azione che, è doveroso affermarlo, era ritenuta indispensabile da chiunque avesse cuore italiano. Circa i rapporti tra Lui e Garibaldi e la stima reciproca, oltre la corrispondenza passata con (Piero Puccioni, è utile riportare anche i periodi di due lettere del Ricasoli, i quali obiettivamente giudicano il Generale \ Scrive il 2 aprile ’62 a Peruzzi (VII, pag. 31) : 1 Bandi G., I Mille, Firenze, 1903. Non dirò nulla della inimicizia implacabile che Garibaldi ebbe pel Cavour e pel Fanti; ma debbo notare che nessuna fede ebbe nel Rattazzi e in quanti andarono per la maggiore in quei tempi: meno di tutti gli spiacque il Ricasoli, benché questi lo avesse di sovente contradetto e si fosse opposto a secondarlo nei famosi tentativi che precedettero la spedizione dei Mille. Pertanto egli biasimava nel Ricasoli la boria del feudatario e la cocciutaggine delle idee, ma pur non sapeva tenersi dal volergli un certo bene per la sua grande sincerità, massime quando la sincerità del castellano di Brolio era messa a riscontro colla furberia della volpe d’Alessan-dria. (Pag. 348).