— 93 — Ieri regolarli, tengo per mio dovere di manifestare alla S. V. 111.ma la pubblica riconoscenza, lieto che uno «dei primi atti del mio Ministero sia un omaggio debito alla virtù civile dei miei compatrioti. Confido che il suo leale e disinteressato concorso non sarà per mancare al Governo col venir meno delle -circostanze eccezionali che lo fece necessario ed accetto, giacché se io non potessi fare assegnamento sopra coloro che seppero meritarsi la fiducia dei loro concittadini, mal saprei come riuscire nell’ufficio gravissimo, al quale ho dovuto sobbarcarmi. Non ho mai creduto all’efficacia dell’azione isolata del Governo e vorrei poter condurre la Toscana ad ordinare l’interna amministrazione in guisa che ogni influenza locale legittimamente acquistata potesse avere il suo campo d’azione ed al potere centrale non rimanesse altro compito che l’indirizzare al bene comune gli atti individuali secondo le norme della legge. Ove mi sia dato di ottenere ricambio di fiducia e di cooperazione, sentirò raddoppiare le mie forze ed insieme uniti non ci fallirà la speranza, che tutti abbiamo, di riuscire finalmente a render libera e indipendente la Patria nostra. Della S. V. 111.ma dev.nio Ricasoli. * * * Il mezzo più audace escogitato allora per attuare il programma deH’unione fu quello di costituire una lega armata tra gli stati che avevano scosso 7. - M. Puccioni, L’Unità d’Italia, ecc.