— 150 — XIV. Cortona, 27 ottobre [1859]. Carissimo amico, Ho tardato a mantenere la mia promessa perchè le informazioni da Perugia mi giungono appena oggi. Difficile è in Provincia il conoscere i pensieri del governo, tanto più a Perugia ove non ci è che l’Autorità Militare. Però in quest’ultimo tempo lo spirito del clero è molto declinato, aperta ed irrompente l’ira contro l’imperatore. Le stesse forze militari sono in grave disordine. Le truppe dicono apertamente non volersi battere, restare per il solo buon ordine, e i gendarmi stessi si assicura che abbiano coccarde tricolori nelle tasche. Fatto è che il solo comparire di queste poche forze al confine li ha spaventati; e minacciavano i gendarmi di scappare. A Passignano sul confine l’altro ieri si chiusero in caserma avendo veduto i granatieri toscani fare una passeggiata ben da lontano. Questi gendarmi annunciano una prossima diserzione. Fatto è che la diserzione è quotidiana e ne avrete i particolari. Non restano a Perugia cannonieri per servire un cannone. Hanno riuniti i guardacoste e fatta di questi una riserva di circa 80 in Roma. Se verranno a Perugia prenderanno la via degli altri. Ed è naturale. Questi e i carabinieri sono romagnoli in gran parte. I secondi però sono più tristi in parte e in parte più difficili a disertare per la paga che hanno e i molti anni di servizio con diritto a pensione. Ecco lo stato delle forze nel-