— 171 — possibilità di rispettare il trattato di Villafranca, dato che l’intervento non era concesso e le popolazioni si eran pronunziate per l’annessione. Abile il Cavour nell’adoperare i più adatti, quali il Salva-gnoli e il Massari a persuadere il Ricasoli che ceda 1. Ed anche pel modo il Ricasoli riesce ad imporsi, ottenendo l’affermazione d’un principio prettamente rivoluzionario e come tale dall’ Inghilterra non desiderato : il suffragio universale2 : salvava la dignità e la regolarità del voto dell’assemblee, e costituiva riprova della volontà dei popoli*. Senza dilungarmi nelle avvenute discussioni — che pur meriterebbero un esame — riporto lo storico telegramma diretto al Cavour il dì 10 febbraio ’60, che sintetizza l’idea : 1 Cfr. Diario Massari dell’ll febbraio ’60: Peruzzi mi dice, alludendo alla mia missione, che posso dire: vici, veni, vidi, perchè La Nazione d’ ieri disse esattamente l’opposto di ciò che aveva detto il giorno precedente per la seconda votazione. La conversione è dovuta ai tuoi discorsi. AH’ Ufficio de La Nazione veggo Puccioni, D’Ancona, Cempini tutti animati da eccellente spirito, tutti ansiosi di vedere l’unione compiuta. 2 Scrive il Tabarri« nei Ricordi: « L’ incaricato d’ Inghilterra ha detto che Russel ritiene indispensabile una nuova votazione, la Francia vuole il suffragio universale, 1’ Inghilterra no ». 3 Cfr. Bonfandini, Vita di F. Arese, p. 216. Gli uomini che nel febbraio 1860 avevano in Italia cura d’anime dovevano equilibrarsi tra lo scopo e i mezzi, fra 1’ Inghilterra e la Francia, fra il pericolo di nuova guerra e la necessità della soluzione italiana, fra il rigido atteggiarsi del Barone Ricasoli e i mutabili programmi dell’ imperatore Napoleone.