— 168 — ore si sarebbe trattenuto a Faenza, ed a Imola, così sarebbe arrivato tardi a Bologna. Lo scopo di questo viaggio, per quanto ho potuto rilevare, e se non erro, è stato di vedere i lavori, che si stanno qui facendo per le fortificazioni, e di scandagliare lo spirito delle popolazioni, quando qualche altro non ne abbia avuto, a me ed agli altri ignoto. Anche ieri arrivarono da Pesaro sette disertori, quattro Svizzeri e tre Papalini, i quali asserirono che i loro Ufficiali dicevano pubblicamente, che fra quattro o cinque settimane avrebbero cacciato via da questi paesi i Briganti, e che non si sarebbero fermati nemmeno a Bologna. Badino di non doversi fermar molto prima, ed anche essere costretti a retrocedere di dove presentemente si trovano. Un fatto curioso accadde sette giorni fa in Ancona, cioè l’ultima domenica, credo, di Carnevale, narratomi ieri da un anconetano giunto di fresco. Tutta l’ufficialità della guarnigione dette un gran pranzo, in cui spese circa 700 scudi, e nel momento d’assidersi a tavola dimandò per via telegrafica la benedizione al Papa: questa tardò, il pranzo finì; finalmente arrivò la desiderata benedizione. L’Antonelli a cui non conveniva mandarne altra di minore possanza, fece sentire ai commensali, che faceva un brindisi al sollecito ricupero delle Legazioni. Gradisca i miei distinti ossequi, mi onori dei suoi comandi, e mi creda sempre con pienezza di stima Dell’E. V. 111.ma umilissimo dev.mo servo Giovanni Verità.