— 397 — E qui ridomando a V. E.‘ l’autorizzazione di far rimettere a S. M. I. la ridicola lettera del Goyon che motivò la nota di V. E. che Gropello rimise al sig. Benedetti. Hannovi cose che paiono poco importanti in apparenza, ma che, fatte a tempo debito, non mancan di esercitare sull’animo dell’ Imperatore una salutare influenza. Credo questa comunicazione sarebbe tanto più utile in questo momento che il bisogno debbe farsi sentire in S. M. di far qualche cosa che valga a preparargli un’uscita dall’ inazione in cui da qualche tempo è caduto. Se Ella ha la compiacenza di gettare uno sguardo retrospettivo sul passato, vedrà facilmente come la politica dell’ Imperatore segni certa intermittenza di azione e d’inerzia che non puossi spiegare se non colla indecisione del carattere di S, M. unita al principio di voler che gli eventi gli traccino la via a seguire. E questi eventi sono quelli che l’accortezza del nostro Governo debba saper preparare onde giungere allo scopo cui dee tendere la politica nostra. A senso mio, è alla morte di Pio IX ed all’elezione del nuovo Pontefice che debbonsi riservare e differire i nostri sforzi. A questo proposito dicevami ancora il P. Marie che la salute del S. Padre non è nè può essere rimessa. Un monaco deU’ordine suo è capo della spezieria che a Roma fornisce i medicinali al Papa. È questi uomo in-strutto assai e chiamato a tutti i consulti e spesso nelle visite particolari dei medici dell’augusto malato. Or bene, questi disse che la risipola che S. S. ha alle gambe cangia frequentemente di luogo, sparisce e ritorna, se- 26. - M. Puccioni, L’Unità d’Italia, ecc.