— 208 — dentro, e tanto più rispettato al di fuori. Nè serve il dirLe che tale bisogno si fa tanto maggiormente imperioso ora che gli avvenimenti incalzano e che non è soverchio il credere che il nuovo Regno di Vittorio Emanuele avrà bisogno di tutta la sua forza iper resistere sia alle incomposte esagerazioni del proprio partito, sia alle mene dei suoi avversarii, per comandare la situazione e premunirsi contro i pericoli. A tal’uopo gli è necessario che 1’ E. V. adoperi con ogni rigore a sperdere gli aggruppamenti che si facessero per un’ invasione dello Stato Pontificio, la quale il Governo non deve assolutamente permettere per quanto sta in lui. Per ciò che riguarda invece alla partenza di individui, non appartenenti alle R. Truppe, che si arruolassero per la Sicilia, il Governo non potendolo impedire, deve per necessità limitarsi a non permettere che essa trasmodi in dimostrazioni che turbino l’ordine e in preparativi di spedizioni che compromettano il Governo all’estero, quali sarebbero imbarchi collettivi che si facciano nei porti dello Stato da gente armata. Assolutamente necessario gli è poi che 1’ E. V. faccia una distinzione fra tutto quanto e tutti quelli che agiscono per impulso di Mazzini, e che da lui ricevono 1’ imbeccata, e quelli che, ubbidendo forse ad una eccessiva spinta dell’opinione nazionale, agiscono bensì al di fuori delle intenzioni del Governo, ma non gli sono ostili. Coi primi Ella non deve aver riguardi, e coi secondi deve tentare le vie della persuasione. A tale effetto il sottoscritto La interessa a non permettere la presenza nelle provincie da Lei governate del Capitano Zambian-chi, il quale, notoriamente malfamato sotto tutti gli