12 tre a nord si avevano milioni di Slovacchi e Ruteni, a est di Romeni, a sud di Slavi meridionali, e poi ancora Tedeschi, sparsi un po’ dovunque, e Polacchi, Zingari, Italiani, tutti popoli di cultura, civiltà, spesso anche religione diversa. L’unità geografica della regione non fu sufficiente (non essendosi verificata quella lunga coesione fra i diversi popoli che sola può condurre al sorgere d’una nuova nazionalità) a creare una Svizzera danubiana, e gli Ungheresi si videro minacciati, sia dalle velleità di espansione tedesca verso Oriente (che con l’aggregazione della Bosnia fecero crescere ancor più il numero degli Slavi nel duplice impero e la chiusero in una morsa, di cui l'altro braccio era formato dalla Galizia), sia dal risveglio delle nazionalità slave entro l'Ungheria stessa. Scoppiata la guerra per l’ormai insostenibile posizione dell’Austria, che rispecchiava, ingigantite, queste sue condizioni, l’Ungheria fece tutto il possibile per scongiurarla, avendo il massimo interesse alla conservazione dello stato quo, ma tratta nel conflitto, pur sapendo che questo avrebbe portato, sia nell’awersa che nella favorevole sorte, un peggioramento delle sue condizioni, sostenne fino all'ultimo la monarchia vacillante. Travolta questa irreparabilmente, dovette poi scontare duramente questa sua fedeltà che altri popoli della stessa compagine, trattisi a tempo dal conflitto, poterono invece evitare. Firmato l’armistizio con l'Italia a Villa Giusti (4 novembre 1918) e un ben più duro armistizio con le truppe alleate di Franchet d'Esperey, che avanzavano