25 niche si sono aperta la strada tra i ruderi superstiti dell'antica Tisia. 1 fiumi, a mano a mano che seguiva il riempimento del bacino, cercarono di adattarsi alle nuove condizioni, scavando il loro letto nelle ghiaie prima di diventare immissari del lago. Già nel Pliocene il Danubio era riuscito, interrato un minor bacino lacustre con l’aiuto dei depositi di alcuni affluenti, a farsi largo tra Gyór e Vie in mezzo ad alcuni rilievi vulcanici e contribuì esso pure, con l’apporto dei suoi materiali, a far diminuire l’estensione del lago centrale. L’alterna vicenda dei periodi glaciali e interglaciali con le enormi fiumane che scendevano dalle Alpi e dai Carpazi fece sì che in questa zona, che non fu mai occupata dai ghiacciai, si accelerasse il processo di formazione di nuove terre. Ma non sono ancora queste che appaiono ora generalmente alla luce. È seguito infatti un clima steppico: i fiumi, ridotta la loro potenza di trasporto cessarono la sedimentazione e si affondarono nei loro letti generando delle terrazze, mentre d’altra parte l’aridità del clima trasformò in sabbie i sedimenti più sottili che i venti cominciarono a rimuovere e a depositare seguendo la direzione dominante, e creando dei depositi di lòss d’una potenza di 60-80 metri; questi sono frequenti sopra tutto alla periferia e a ovest; nella zona centrale prevalgono le sabbie fini, talora allineate in dune, che solo da poco furono fissate con la vegetazione. Al periodo diluviale e steppico segue un periodo di nuovo piovoso, i fiumi riprendono la loro opera di demoli-