91 quanto più alte nei comitati meridionali di Somogy (38,2 per kmq. e 654 per 1000 ab.), Barania (31,9 e 495), Gyòr (35,6 e 507,1), Bàcs Bodrog (38,8 e 625,9), Csongràd (29,2 e 351). A differenza che per i bovini e gli equini esso risulta però in notevole regresso rispetto l'anteguerra. L'allevamento era fatto un tempo in forma estensiva nei boschi di querce delle zone collinose (dove ora il maiale è meno diffuso); in seguito l’estendersi della coltura di cereali e di ortaggi, con i suoi molti sottoprodotti e scarti, ha permesso un allevamento più razionale, contrastato tuttavia di frequente da malattie infettive (con una perdita annuale nel quinquennio 1921-25 di 78.600 capi). Il maiale indigeno (resistente, ma di lungo sviluppo e di limitata fertilità) è stato mescolato col maiale serbo e con razze tedesche e inglesi. Il massimo mercato suino del paese è a Kòbànya presso Budapest, dove sono allevati annualmente 12 mila maiali, mentre circa 30 mila vengono portati dai vicini comitati. Nell'anteguerra il mercato era però almeno 8 volte più importante. Centri di lavorazione della carne suina (lardo, salumi) sono Seghedino e Debrecen. Anche il numero delle pecore è moltissimo diminuito, per quanto in molte zone si offrano condizioni favorevoli aU’allevamento. Gli ovini sono più numerosi nella regione collinosa settentrionale (25 per kmq. e 300,2 per 1000 ab.), con massimi nei comitati di Nógràd (36,7 e 461), Abaùj Torna (25,8 e 443) e Borsod (26,8 e 349,8), come pure nell’angolo nord-est dell'Alfòld (comitato di Bihar 34,4 e 533; Hajdu 29,9