15 per passare con andamento sud-ovest nord-est nel bacino del Tibisco, di cui taglia con percorso sinuoso alcuni dei maggiori affluenti (Sajó, Hernad, Bodrog), lasciando all'Ungheria soltanto i gruppi più meridionali dei Carpazi Occidentali (Matra, Biikk, parte dei monti Eperjes-Tokai) ed il nodo ferroviario di Bànréve-Putnok, presso la confluenza del Rima nel Sajó, ma troncando invece le tre linee ferroviarie che univano Miskolc a KoSice (ungh. Kassa). Cambia quindi la direzione assumendo, sempre però in modo tortuoso, un andamento nord-ovest sud-est, costeggiando la ferrovia, ormai in pianura e in territorio ceco, che congiunge KoSice a Satoraljaujhely (restata all’Ungheria, ma senza stazione ferroviaria), lambisce quindi una prima volta il Tibisco presso il luogo dove questo fiume si spinge nel punto più settentrionale del suo corso facendo un ampio gomito, tenendosi a una quindicina di chilometri della linea ferroviaria della Russia Subcarpatica, taglia quindi il Tibisco e continuando verso sud-est s’incontra col confine romeno. Questo (300 km.) è tracciato completamente in pianura con decorso generale nord-est sud-ovest; esso taglia dapprima il Szamos e proseguendo, lascia alla Romania gli importanti nodi ferroviari di Satu Mare (ungh. Szatmàrnémeti), di Carelii Mare (ungh. Nagy-kàroly) e l’altro ancor più importante di Gran Va-radino (rom. Oradea Mare, ungh. NagyvdraS), quindi trova il Kòròs Nero e Bianco, poi la ferrovia Bé-késcsaba-Arad, lasciando ai Romeni quest'ultima