83 Notevole è tuttavia l’aumentata concorrenza della paprica spagnola. I piselli, le cipolle e 1 meloni danno un prodotto che si aggira sui 4 milioni di pengó per ciascuno; i primi, generalmente coltivati promiscuamente ad altre piante, danno un prodotto medio di 120 mila q.li, le seconde di 450 mila q.li (su una superficie di 58 kmq., esportazione 1930: 200 mila q.li; mercato importante è Makó); i terzi, specialmente diffusi nelle regioni collinose (comitato di Heves), di 300 mila quintali su una superficie di 40 kmq.; seguono i cetrioli (valore 2,3 milioni; superficie coltivata 20 kmq.; raccolto medio 160 mila q.li), i pomodori (valore 2,1 milioni; superficie coltivata 22 kmq.; raccolto medio, quasi tutto nell’Alfòld, 215 mila q.li), quindi le lenticchie (valore 1,5 milioni; 30 mila quintali) e poi ancora prezzemolo, carote, insalate, navoni. Connessa poi con l’allevamento del bestiame è la notevole produzione d’erba medica, trifoglio, veccie, mais da foraggio. La produzione di frutta e di vino è essa pure più che sufficiente al fabbisogno interno ed alimenta anche una notevole esportazione. In totale si hanno nell’Ungheria attuale 15.7 milioni di alberi da frutto, di cui 6.7 milioni in Pan-nonia, 6.8 nell’Alfòld e 2.1 nella regione collinosa settentrionale. Sono diffusi di preferenza i susini (4.7 milioni), i meli (2.6), i peri (1.4), gli alberi di viscide e ciliegie (1.3 e 1.1), i peschi (993 mila), i noci (971), gli albicocchi (812), i mandorli (123). I frutteti