55 fine dell’invasione turca, non è restato attualmente conservato che in qualche piccolo lembo della grande pianura (puszte di Hortobàgy e di Bugac). La quale ha ora invece l’aspetto d’un distretto trasformato a coltura, in cui l’uomo ha preferito la diffusione di poche piante redditizie (grano, mais, e anche barba-bietola e tabacco), sostituendo con queste le piante steppiche, di provenienza meridionale ed orientale oppure endemiche (graminacee non commestibili, cardi, associazioni caratteristiche di Stipa pennata, Crysopogon gryllus, Bromus), le quali alla loro volta si erano maggiormente diffuse dopo la scomparsa del bosco, dovuta all’uomo. Il bosco tuttavia non manca del tutto, specie in Pannonia e nel Felfòld, nei cernozem degradati delle zone collinose; esso è rappresentato specialmente da piante proprie dell’Europa centrale e occidentale (bosco latifoglio di querce, castagni, ontani, salici, pioppi, olmi) e da piante introdotte più tardi (acacie); lungo i fiumi e nelle zone umide sono frequenti i canneti. Del resto, a comprova che il bosco, prima dell'invasione turca, si stendeva anche nell’AlfSld, si hanno moltissimi toponimi; così la regione di Nyfrség, ora sabbiosa, prende il nome dalle betulle e assai comuni sono i nomi derivanti da quercia, in zone dove questa ora non è più coltivata. L’esame delle condizioni climatiche permette poi di affermare che il bosco non è affatto escluso dall'Alfòld. Secondo le più recenti ricerche, causa delle formazioni steppose frequenti in tutta la pianura non sarebbe infatti il clima (scarsezza di precipitazioni