60 4 per cento dei casi osservati; un esame limitato alla Pannonia ha messo in evidenza la preponderanza degli influssi baltico-orientali, caucaso-mongoloidi e dinarici, mentre le razze alpina, nordica e mediterranea hanno importanza secondaria. Gli Ungheresi sono generalmente bruni, per quanto di un bruno non troppo accentuato; frequente è la combinazione di occhi azzurro-verdastri e di capelli castagni. Essi sono bassi di statura (in media da 1,62 a 1,645) soprattutto nell’Ungheria occidentale (media dei coscritti dell’anno 1868: 161,9). Sono poi sottobrachicefali, l’indice cefalico aggirandosi sul vivente intorno a 84,5 (82,5: cranio). Fanno tuttavia eccezione i Siculi che sono mesocefali (81,4). Si possono, del resto, in alcuni casi distinguere tuttora le tracce delle antiche divisioni in tribù. Uno studioso americano, che si è occupato dell’argomento, soprattutto in rapporto alla possibile persistenza di altre stirpi affini, ha descritto i caratteri dei Sarkoz (tra Baja e Cinquechiese), dei Csokoly, Ormànsàg, Gòcsej ed Hetés nell’Ungheria occidentale, dei Palóc intorno a Miskolc e dei Matyó presso Mezokòvesd. Ogni gruppo conserva costumi suoi propri; special-mente caratteristico, ma ormai sempre più raro, è quello dell’uomo con la camicia a larghe maniche, il corsetto, i calzoni riccamente piegati il mantello e poi gli immancabili stivaloni. Quanto a carattere l’Ungherese è entusiasta, sensibile, sempre pronto ad accendersi per una nobile causa.