79 da 18.639 a 23.098 mila. In corrispondenza anche il rendimento medio per ettaro si è accresciuto nel modo seguente: 1921-5 1926 1927 1928 1929 1930 rendimento per ettaro in quintali frumento . . 12,0 13,6 12,9 16,1 13,6 13,5 segala . . . 10,6 11,4 8,9 12,7 12,2 11,1 orzo .... 10,9 13,1 12,7 16,2 14,3 13,1 avena. . . . 10,4 13,1 12,6 15,1 13,6 10,6 mais .... 15,1 18,3 16,3 11,9 16,0 13,3 patate . . . 59,9 74,8 77,2 55,5 76,5 67,7 barbabietola. 182,9 228,2 225,0 214,9 203,4 199,3 Queste cifre, oltre a farci vedere come i prodotti unitari non siano ancora molto elevati, e possibili quindi d’un ulteriore aumento, mostrano anche le notevoli oscillazioni, dovute al clima. Più ancora del grano è soprattutto il mais e la patata che presentano gli scarti più notevoli. Le produzioni unitarie maggiori si notano per i cereali nella Pannonia (grano 15,5 q.li per ettaro, contro 12,7 nell’Alfòld; mais 16,7 contro 15,8), per le barbabietole e le patate nell’Alfòld (rispettivamente 80,3 e 210,6 per ha., contro 72,5 e 198,6 in Pannonia). La zona collinosa del nord ha generalmente produzioni un poco inferiori. Una coltura in regresso è quella del miglio che ha dato nel quinquennio un prodotto medio di 115 mila q.li. Lo stesso si dica del sorgo di cui è tuttavia utilizzata la paglia. Il consumo medio di frumento (156 kg. ogni anno per abitante), risulta più simile al consumo dei paesi