81 mediterranei (Spagna 155,4; Italia 183,7; Francia 198,8), che a quello dei paesi dell’Europa centrale (Austria 103,3; Germania 80,6; Polonia 46,3). Importante risulta anche la coltura di alcune piante industriali e di molti ortaggi e leguminose. Già s’è detto della barbabietola, che per quanto in molti casi sia stata separata dagli zuccherifici, restati oltre confine, è in aumento. Lo stesso si dica del tabacco, che trova buone condizioni di coltura nell’Ungheria di nord-est (nel comitato di Szabolcs: 1930; 148 mila quintali), nella parte settentrionale della Mesopotamia ungherese e nel comitato di Tolna. Su una superficie di 236 kmq. (di cui 160 nell’Alfòld, 1930) esso ha dato nell'ultimo quinquennio (1926-30) una produzione media di 270 mila quintali, per un valore di circa 25 milioni di pengó. Minore importanza ha la canapa che nel quinquennio ha dato un prodotto medio di 50 mila quintali di semi e 150 mila quintali di fusto, per un valore complessivo (1929) di quasi 8 milioni di pengó- Valore di poco inferiore ha pure il prodotto dei semi (media quinquennio: 25 mila quintali) e del fusto (150 mila q.li) del lino. Queste due colture risultano, a partire dal 1930, notevolmente più estese; la prima trova condizioni favorevoli nei terreni asciutti deH’Alfóld, la seconda nelle zone umide della Pannonia. Il luppolo è coltivato solo su 233 ha. e dà un prodotto di appena 1400 quintali, mentre la colza (utilizzata per l’estrazione dell’olio) si estende su 95 kmq. (1930) e dà un raccolto medio di 105 mila quintali; questo prodotto è però ora in 30-6