53 Tihany); la profondità media è di soli 3 metri, quella massima di 11,5 nella zona più stretta, dove le correnti causate dal vento impediscono il deposito dei sedimenti. Il livello oscilla tra la primavera (massimo) e l’autunno (minimo) di circa 40 cm. Questo « mare degli Ungheresi », pur costituendo un volume d’acqua che per la scarsa profondità non è molto ingente, va soggetto a burrasche, causate dai venti. Sono state riscontrate anche sesse uninodali con un periodo di 10-12 ore. Notevole è l’evaporazione. Il vento costruisce poi lungo le rive più basse (a sud) dei cordoni di sabbia e dei caratteristici promontori triangolari di diversa grandezza. Frequenti i canneti (che offrono rifugio a molte specie di uccelli acquatici), la formazione dei quali è però contrastata dal moto ondoso. La trasparenza non è troppo grande; il colore ora plumbeo, ora azzurro, ora verdastro a seconda del colore del cielo. Immissario del Balaton è il piccolo fiume Zala (portata 4 me. al secondo), un tempo affluente del Ràba; emissario il Sió (affluente del Kapos, che è a sua volta affluente del Danubio). 11 Sió, che una volta drenava le acque soltanto nel caso d’inondazione, è stato, a partire dal 1825, artificialmente abbassato e fornito di chiuse in modo da poter regolare il livello del lago che era prima alquanto variabile; il fiume è però troppo piccolo per poter smaltire, dopo lunghe piogge, tutta l’acqua superflua. A nord-est del Balaton si estende il piccolo lago di Velence (sup. 21 kmq.), scarsamente profondo e in via di sparizione.