103 di argilla posti nelle vicinanze di Budapest (Kòbànya) siano sorte delle grandi fabbriche di mattoni; che il cemento si produce sia nell’Alfòld, sia in Pannonia, soprattutto a Felsògalla e sul Danubio a monte di Esztergom presso Nyergesujfalu; che infine la mancanza di boschi impedisce qualsiasi industria connessa con il legname. Per quanto riguarda l’energia elettrica, che ha in Ungheria una tradizione molto gloriosa, — a Ungheresi si deve infatti l’invenzione del trasformatore in derivazione e Ungheresi furono i costruttori del primo grande impianto europeo, quello di Tivoli, — modeste sono le disponibilità idrauliche rimaste al paese. Esse sono valutate, infatti, a 173 mila cavalli vapore, dei quali 4 mila utilizzati. Sta per entrare in funzione anche l'impianto di Tiszaluc, basato sulla deviazione deU’Hernad nel Tibisco, con un salto di 16 metri (energia sfruttata; 6000 cavalli vapore). La produzione di energia, che era stata di 461 milioni di chilowatt ora nel 1925, è aumentata a 606 milioni nel 1927 e a 697 nel 1929. Di questi ultimi solo 7,3 furono prodotti idraulicamente, il resto per mezzo di vapore o con motori a combustione interna. La centrale più importante è quella di Budapest che ha un macchinario d’una potenza complessiva di 180 mila chilovatt; segue quella di Bànhida, situata nel bacino carbonifero di Tata; essa ha una potenza installata di 70 mila chilovatt ed è una delle più moderne stazioni termiche d’Europa.