126 come pure il numero dei morti per cancro (1925: 6942) e per suicidio (1925: 2443; media 1920-28: 281 persone ogni milione d’abitanti, contro 89 in Europa). L’accrescimento naturale della popolazione risulta quindi del 9,5 per 1000 nel quinquennio 1921-25 (77.626 ab. all’anno), con oscillazioni abbastanza sensibili (1926: 10,7; 1927: 8,0; 1928: 9,1; 1929: 7.3; 1930: 9,4; 1931: 6,7; corrispondenti a un aumento di 89.579, 67.873, 78.197, 62.616, 85.443, 58.189 abitanti nei singoli anni). In Italia si hanno percentuali più basse di matrimoni (1929: 6,9), quasi eguali di nati (25,1), leggermente inferiori di morti (16,0), in modo che l’accrescimento naturale risulta lievemente superiore (9,1). È interessante notare che l’accrescimento naturale della popolazione (come del resto i matrimoni, le nascite e le morti) è assai diverso a seconda delle religioni; è infatti del 10,4 per mille tra i cattolici (media 1921-25), del 18,3 tra i cattolici di rito greco, dell’8,3 tra i calvinisti, dell’8,5 tra i luterani, del 5,8 tra i greci orientali e solo dell'1,5 tra gli israeliti (nati vivi per 1000 solo 15,1 contro una media totale del 29,4). A Budapest i morti (16,4 per mille) superano i nati in modo che se non intervenisse l'immigrazione la città sarebbe condannata a diminuire. La maggiore espansione demografica dei popoli vicini ha di recente fatto invocare la necessità di non scendere con le nascite a un livello inferiore all'attuale.