158 città commerciale e industriale nel XIV e XV secolo; al tempo dell’occupazione turca vi trovarono rifugio molti profughi dei piccoli villaggi vicini, che anche in seguito non furono più ricostruiti. La città è al limite di tre distretti economici diversi: zona stepposa con allevamento di bovini ed equini della puszta Hortobàgy a ovest; boschi a nord e nord-est, tra cui il Nagy erdò, contiguo alla città; campi di grano, mais, tabacco nelle altre direzioni. Oltre a essere importante mercato di cereali e di bestiame e oltre alla preparazione di prodotti per il consumo locale (lardo, paprica, salami, stivaloni, sapone, spazzole, miele, cera) De-brecen ha anche qualche industria (mulini, lavorazione del legno, costruzioni ferroviarie, fornaci di argilla). Gli abitanti erano già 20.153 nel 1787, saliti a 48.840 nel 1830, 56.940 nel 1890, 92.729 nel 1910 e 117.410 nel 1930 (aumento del 13,8 in un decennio). Nota per i suoi sentimenti patriottici antiaustriaci e anticattolici, Debrecen è detta talora « la Roma calvinista ». È da tener presente però che i Calvinisti, i quali formavano il 95,9 per cento della popolazione nel 1836, sono in seguito percentualmente diminuiti al 65,7 (1920), soprattutto per l’immigrazione di cattolici (che sono ora il 19,2 %) e di Ebrei (9,8 %). Debrecen possiede anche un’università e una grandiosa clinica medica. Quarta città per numero d’abitanti è Kecskemét, capoluogo d’un vastissimo comune, posta a egual distanza da Budapest e da Seghedino, sulla linea ferroviaria che unisce queste due città, tra Danubio e Ti-